di Camponogara
La storia della chiesa parrocchiale di Camponogara, dedicata alla Beata Vergine Assunta e a San Prosdocimo, è documentata in numerosi manoscritti conservati nell'Archivio Parrocchiale, nell'Archivio della Cura Vescovile di Padova e nell'Archivio di Stato di Venezia.
Si conosce, così, la data dalle fondazione della fabbrica, che avvenne il giorno di San Prosdocimo, 7 novembre, del 1774.
Puntuale è la descrizione e la storia della fabbrica, che comportò la ricerca e l'utilizzazione di numerose maestranze artigiane e artistiche.
Alla prima fase corrisponde la costruzione dell'ampia navata, della Sacrestia, della Facciata, con selciato in marmo, e del Battistero che fu opera di Giuseppe Danieletti, esponente di una nota famiglia di lapicidi padovani.
Alle opere appositamente commissionate si alternarono opere acquistate da altri edifici religiosi, come era prassi del tempo.
Sappiamo, così, che il pulpito in marmo di Carrara e rosso di Francia, proveniva dalla chiesa dei Gesuiti di Padova.
A questa fase corrisponde anche l'esecuzione dell'importante ciclo di affreschi.
Il Brandolese che visitò la chiesa alla fine del secolo XVIII e la descrisse in un manoscritto recentemente pubblicato, ricorda oltre agli affreschi, la presenza sopra l'ultimo altare a snistra di un dipinto, non più citato nei documenti successivi, raffigurante "La Beata Vergine col Bambino che porge la cintura a San Francesco che sta nel basso da un lato, rimanendo nell'altro una Santa Monaca."
L'autore è indicato come il nostro Zanella con un preciso riferimento al pittore Francesco (1674-1720), seguace di Luca Ferrari e molto attivo a Padova.
A Don Pietro Crivellari, succeduto al "fondatore" della chiesa, Don Santi Filippo Doni, spettò il compito di continuare l'opera di arredo artistico della chiesa, ultimata nel 1792, nell'approsimarsi della data della consacrazione avvenuta il 12 aprile 1812 dal Vescovo di Padova Francesco Scipione Dondi dell'Orologio.
Gli acquisti più significativi avvennero negli anni 1811-1812, come dimostra il carteggio conservato presso l'Archivio di Stato, ma erano stati preceduti dall'acquisto di un organo, costruito nel 1775 da Gaetano Callido e proveniente dalla Chiesa delle Vergini di Venezia.
Trasportato nel 1808 a Camponogara fu usato per la prima volta il 14 agosto dello stesso anno.
Gli acquisti, riportati puntualmente anche dalla Visita Pastorale del 1822, comprendono anche quattro altari pervenuti nel 1810 dalla chiesa veneziana di S. Ubaldo.
Il 26 dicembre 1811 un perito stima le due statue presenti tutt'ora in chiesa, indicate semplicemente di marmo nella nota del parrocco.
Qui si legge che sono in marmo di Carrara, di mediocre fattura e rappresentano S. Pietro e San Paolo; il loro valore è di lire 360.
L'acquisto è autorizzato nell'ottobre dello stesso anno 1811.
Per quanto riguarda, invece, l'attribuzione delle due statue i documenti più attendibili sono quelli conservati nei due archivi ecclesiastici di Padova e Camponogara, dove si fanno i nomi dei Mortalier.
In particolare per quanto riguarda la statua raffingurante San Paolo, appaiono precise rispondenze con i bozzetti eseguiti dall'artista Giovanni Maria Mortalier (1699 - 1781).